Dopo tanto vociferare l'Eurocamera ha instradato una nuova corsia nella grande autostrada del risparmio energetico e quindi dell'ecologia. Intanto è necessario ricordare che trattasi di una revisione di una direttiva già vigente, ma che di fatto spingerebbe gli edifici presenti in Europa ad adeguarsi maggiormente a una politica più green, prevedendo che gli immobili residenziali privati più energivori siano portati a una classe energetica almeno "E" entro il 2030 e la "D" entro il 2033. Questa proposta avanzata però, perché di ciò ancora si può parlare, riguarda anche gli edifici non residenziali e quelli pubblici, che dovranno invece raggiungere tali requisiti con maggiore anticipo e cioè, le rispettive classi sopra citate, entro il 2027 e il 2030. Seppur il termine "proposta" io lo abbia usato in maniera impropria, effettivamente ciò che è fondamentale sottolineare è che l'entrata in vigore di tale direttiva non è affatto scontata, in quanto il testo sarà ora oggetto di vaglio da parte del Consiglio UE e dell'esecutivo europeo, prima di tornare quindi in Plenaria. Per citare quanto riportato da alcune importanti testate giornalistiche italiane, i partiti italiani oggi al governo avrebbero già espresso il proprio "no" a tale procedura, che di fatto è passata alla Plenaria con un contrastante 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti; inoltre bisogna ricordare che esiste un recentissimo precedente a testimoniare il blocco di iter di tale calibro e che è rappresentato dallo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035: ciò in quanto quest'ultimo, dopo due via libera arrivati dall'Eurocamera, non ha ottenuto la ratifica dei 27 prima dell'entrata in vigore a causa di una minoranza. In sostanza a oggi in realtà tale notizia crea chiaramente molto scalpore in quanto crea un futuro incerto rispetto agli immobili che, per esempio, sono presenti nei centri storici (a esclusione di quelli tutelati dalla Soprintendenza che non sarebbero comunque soggetti a tale direttiva) e che presentano tutele minori come quelle delle Commissioni Qualità Architettoniche e Paesaggio, che già oggi vedono rallentare (per non dire bloccare) la possibilità di ristrutturazioni edilizie versatili che comportino trasformazioni delle facciate, dei coperti, ecc. (al fine di tutelarne i valori ritenuti testimoniali del passato). Basti pensare che in Italia gli immobili energivori sarebbero circa 1,8 milioni e se neppure il Superbonus 110 (seppur criticabile) li abbia potuti smuovere, non vediamo come una direttiva Europea possa realmente cambiare le cose. Certo è che le intenzioni sono chiare e che il parlarne in questi termini speriamo possa effettivamente smuovere le situazioni esistenti e permetta quindi di far comprendere, anche ai proprietari, quanto comfort possano trarre da miglioramenti energetici (economici e addirittura in certi casi di salute). Fonte Hai domande o desideri richiedere un preventivo senza impegno? Compila il form sul nostro sito, oppure contattaci al numero 051/520055 o all'indirizzo e-mail [email protected] Seguici sui nostri social per rimanere aggiornato
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